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L’intervista qui pubblicata è stata realizzata nell’autunno del 2023 ed è parte dell’ebook “Crypto.Party” pubblicato dal Museo MA*GA in occasione della mostra personale di Valentina Vetturi “La Matematica del Segreto e altre Storie” a cura di Alessandro Castiglioni

 

Alessandro Castiglioni Crypto.Party è un progetto che, come spesso accade nel tuo lavoro, assume di volta in volta forme diverse a seconda dei contesti in cui si sviluppa.Ce ne puoi parlare?
Valentina Vetturi Crypto.Party è il nome di un movimento decentralizzato nato dal basso nel 2012, e diffuso a livello mondiale, che mirava a diffondere la conoscenza di tecniche e strumenti crittografici di base da usare per proteggere la propria privacy online, attraverso una serie di workshop aperti a tuttə e gratuiti.
Nel 2021, durante la pandemia di Covid19 e in collaborazione con il dipartimento
educativo del Museo MA*GA, CryptoParty si è configurato come un workshop online che ha coinvolto una classe del Liceo di Scienze Umane di Gallarate.
Oggi, invece, nell’ambito della mostra La Matematica del Segreto e altre storie,
CryptoParty è diventato un ambiente da esperire, in cui il pubblico può guardare,
sostare, leggere, dialogare.

 

AC La Matematica del Segreto e altre storie, puoi raccontarci come si sviluppa la mostra?
VV Il pubblico accede allo spazio tramite una passerella e viene accolto da un lavoro sonoro. Un coro di voci classiche, interpreta un testo che invita a guardare alla storia per leggere la rivoluzione digitale che stiamo attraversando. È un coro serio, ironico e dissonante allo stesso tempo. Alla fine del corridoio si staglia una parete dipinta di verde. È una delle due pareti divisorie che scandiscono l’ala del museo in cui la mostra si sviluppa. Al centro della stanza un tavolo di forma quadrata, bianco, supporta un libro non rilegato, di grandi dimensioni. È aperto ogni giorno su una pagina diversa.
Sul libro una lente di ingrandimento invita il pubblico ad attraversare il flusso di
parole, di piccole dimensioni, che affolla ordinatamente le pagine e che scorre in
verticale. La lente di ingrandimento permette di scorgere che in neretto ricorrono
alcune parole: “a better” “chance” “to gain” “enough” “entropy”. Queste parole
compongono anche il titolo del lavoro sonoro appena ascoltato. Il libro, invece, si
intitola In the Corridor of Cyberspace è del 2016, come il coro, ed è un viaggio, generato con un algoritmo, nell’archivio di una delle prime e più note mailing list della storia del web, la Cypherpunks Mailing List.

AC Una mailing list in cui sono stati discussi argomenti ancora oggi attuali come
crittografia, libertà di parola online, diritto alla privacy sul web, denaro digitale.
VV Esatto, proprio per questo il libro è posizionato all’inizio della mostra ed è stato
anche l’origine di una serie di opere prodotte negli anni successivi, tra cui una
performance nella stazione di Zug, Svizzera e il lavoro che ha inaugurato il metaverso del Museo MAXXI. La parentesi che ci permetterebbe di entrare nel dettagli di queste opere sarebbe troppo lunga quindi, ritorno negli spazi del MA*GA.
Eravamo davanti alla parete verde, proseguendo in avanti, la luce diminuisce e di
fronte a quella parete se ne trova una speculare, su cui a tutta grandezza scorre
La Matematica del Segreto. Una trilogia video che compone un ritratto cubista di
quell’ “oggetto” relazionale che chiamiamo denaro, nato dal dialogo tra intelligenze
molteplici. Ho infatti invitato tre teorici una storica dell’arte, Maria Giovanna Mancini, un sociologo dell’economia, Adam Hayes, e una filosofa, Mara Montanaro, a registrare tre conferenze sul denaro e poi ho messo in relazione le loro voci e i loro testi con diversi modelli di text to text e text to image. Ne sono nati tre video che si alternano ogni tre settimane in mostra. Sono un flusso di immagini che scorrono e si sovrappongono ad un ritmo simile a quello di un feed su uno dei social che usiamo giornalmente e allo stesso tempo mette in scena il processo generativo e le sue idiosincrasie. In questo lavoro si sovrappongono più livelli di lettura del complesso momento storico che viviamo, tra le altre, attraverso il filtro e lo sguardo degli studiosi che ho invitato si mette in discussione la presunta neutralità del denaro.
L’ultima stanza che si incontra alle spalle della parete della proiezione si intitola
CryptoParty ed è scandito da nove panchine dipinte di un blu fluo su cui il pubblico può sostare e leggere.

AC Puoi raccontarci come CryptoParty si inserisca nella tua ricerca e pratica artistica?
VV Dal 2015 conduco una ricerca sulla digitalizzazione delle nostre vite che mi ha
portata a studiare le tecnologie del web e a frequentare scienziati, hacker, teorici che le progettano. Questo viaggio nel backstage del web nasce dal desiderio di capire come queste tecnologie diano forma alle nostre vite. La progettazione di queste tecnologie si nutre di precisi riferimenti anche teorici, che danno forma e sostanza alla tecnica e che possono generare processi di trasformazione nella società, positivi e problematici allo stesso tempo.
Nel corso di queste ricerche ho anche frequentato un Master in Digital Courrencies, mi ha interessato studiare le criptovalute e la tecnologia sottostante, la Blockchain, come un esperimento di governance decentralizzata. Al di là delle speculazioni finanziarie degli ultimi anni, trovo molto interessante guardare alla Blockchain come ad un test di come, se e fino a che punto, possa funzionare la creazione di consenso decentralizzato.
Anche La Matematica del Segreto, nasce in questo contesto: uno dei corsi in quel
master era dedicato alla storia del denaro e a come le criptovalute si inseriscano in
quella storia. Adam Ayes, uno dei teorici che ho invitato a collaborare con me, era il
professore di quel corso e mi ha introdotta ad una visione non ortodossa del denaro, che mette in discussione la presunta neutralità di questo “oggetto”.
Nella mia pratica artistica spesso cerco forme per mettere in discussione e far
emergere la non neutralità della tecnologia.
Tornando al web, per esempio, un tema cruciale che attraversa ogni aspetto del nostro rapporto con la rete è quello dell’identità digitale.
Qui in mostra, lo spazio di CryptoParty è scandito da pittogrammi in bianco e
nero che alludono ai sette principi della Self Sovereign Identity o identità digitale
decentralizzata. Questi principi sono stati coniati nel 2007 da Christopher Allen,
pioniere della criptografia del web e architetto della Blockchain, che da sempre è
impegnato nella difesa delle libertà civili digitali e della privacy intesa come uno dei
diritti umani fondamentali. I pittogrammi in mostra sono stati generati attraverso
una chat box text to image. In questo periodo infatti, come molti, sto studiando e
sperimentando con le cosiddette intelligenze artificiali. Anche nel 2021 abbiamo dialogato con gli studentə dell’importanza della Self Sovereign Identity.

(….)

Continua a leggere l’intervista nell’ebook qui